La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17356/2018, statuisce che il dirigente può essere licenziato per giusta causa se tollera la prassi aziendale di assegnare fondi neri per “regalie” ai clienti.
Il caso di specie traeva origine da un licenziamento per giusta causa comminato ad un dirigente aziendale per aver erogato premi ai clienti più fedeli mediante fatture false, prima, e fondi occulti, poi.
Il Tribunale e la Corte d’Appello ritenevano legittimo il licenziamento, poiché il comportamento tenuto dal lavoratore era contrario alle norme giuridiche, ai principi etici e alle regole di buona amministrazione e trasparenza. Invero, il dirigente aveva tollerato la prassi aziendale, senza far nulla per contrastarla o eliminarla, anzi aveva contribuito ad aumentarla mediante fatture false e aveva omesso di avvertire i nuovi imprenditori di tale occulta gestione della contabilità aziendale.
Gli ermellini, conformandosi ai due gradi di giudizio precedenti, specificano che la creazione di fondi extrabilancio è contraria alle norme dell’ordinamento giuridico che impone delle regole rigorose nell’amministrazione della società e nella tenuta della contabilità. Pertanto, è irrilevante sia che i fondi extrabilancio non siano puniti dalle norme positive sia la mancata adozione di codici etici nella società, poiché la condotta dallo stesso tenuta è pacificamente antigiuridica, posto che i fondi neri derivano da fatture false che sono contrarie alle regole di buona amministrazione, trasparenza e di etica.
La Suprema Corte precisa, infine, che la condotta del dirigente è considerata illecita anche quando i fondi neri sono voluti dai vertici aziendali, poiché contrasta comunque con le norme dell’ordinamento.